venerdì 9 settembre 2011

Perù-Cordiliera Blanca-Esfinge 5325m- Via del 85 -800 m 7a (6b/A1 obb.)

Agosto 2011

L’Esfinge è una montagna della Cordillera Blanca alta 5325 metri, e si trova nel dipartimento di Ancash, nel nord del Perù. Questa montagna -obbiettivo del nostro viaggio- al contrario delle montagne innevate che la circondano, si presenta come un imponente pilastro granitico e, pur non essendone una delle cime maggiori, è molto famosa tra gli scalatori di tutto il mondo per la sua celebre parete est, un muro roccioso la cui altezza varia tra i 750 ed i 900 metri, obbiettivo del nostro viaggio è stato quello di salire lungo questa parete….ma il viaggio per me Traky e Alessandro inizia molto prima…..

Mercoledì 17 agosto arriviamo a Lima dopo un viaggio abbastanza estenuante. Ci lasciamo alle spalle la solita routine quotidiana: il lavoro, gli impegni e tutti i problemi. All’aeroporto diventiamo subito preda di tassisti e venditori di fumo. Lima ci accoglie con il suo traffico caotico e con il suo cielo perennemente grigio, merita però spendere qualche parola su questa città che, nonostante sia stata definita da Herman Melville, scrittore statunitense del 1800, “la città più triste della terra”, è in grado di riservare molte piacevoli sorprese, il suo disordine, le sue contraddizioni e i suoi colori cupi hanno un qualcosa di poetico, alcuni angoli della città rievocano atmosfere di tempi passati che stridono fortemente con i nuovi quartieri “occidentali” vittime di uno sviluppo non proprio.

Lasciamo Lima con un autobus di linea, direzione Huaraz. Uscendo dalla città, attraversiamo prima le infinite bidonvilles che caratterizzano la sua periferia per poi costeggiare il Pacifico nella sua ovattata veste invernale; il paesaggio si presenta come un immenso deserto sabbioso, con enormi dune alte anche centinaia di metri, senza alcun segno di vita. Proseguendo nell’entroterra, il deserto, da sabbioso, diventa roccioso con innumerevoli cactus e fichi d’India. Salendo via via di quota la vegetazione occupa il posto del deserto, agavi e piante di eucalipto ci accompagnano sino ad oltre 3500 metri, più in alto predominano brulli pascoli.
Superato un passo a 4100 metri, dove troviamo un pulman ribaltato, la strada scende dolcemente verso Huaraz che raggiungiamo nel tardo pomeriggio.

Huaraz, la Chamonix delle Ande, è una città assai vivace e lungo la sua strada principale i campesinos espongono in vendita grandi quantità di frutta, verdura, capi di lana, e cibo di strada. Le donne locali che espongono in vendita la merce indossano vestiti tipici molto appariscenti, dalle tinte forti e vivaci che il sole dei 3000 metri ravviva ulteriormente. Un’altra merce molto venduta nei mercatini sono le foglie di coca, che i peruviani usano consumare in grandi quantità masticandole o preparando il famoso mate di coca lasciando le foglie in infusione in acqua bollente. Le foglie di coca, anche se sono la materia prima per la produzione di droga, usate al naturale, senza essere trattate, non costituiscono uno stupefacente, ma producono semplicemente un effetto leggermente eccitante, sicuramente minore del caffè, e pare alleggeriscano la fatica alle alte quote…pare.

Dedichiamo alcuni giorni alla visita di Huaraz e dei suoi dintorni visitando anche le sue aree agricole periferiche scoprendo scene di vita agricola di altri tempi. La gente è qui molto cordiale e i bambini sorridenti, conducono vite semplici a stretto contatto con la natura e con le stagioni.

Trascorsi tre giorni dal nostro arrivo a Huaraz decidiamo di trascorrere una giornata, al fine di acclimatarci, nella falesia in quota di Hatun Machay, in Cordillera Negra, l’area si trova ad una quota di 4200 metri su un’altipiano caratterizzato da brulli pascoli, abitato da pochi pastori che vivono in capanne di paglia e fango nascoste tra le roccie pascolando i loro greggi di pecore. I colori scuri della roccia creano un effetto cromatico surreale con il blu del cielo e il giallo dei pascoli che la circondano; l’arrampicata è spettacolare e varia, placche appoggiate e lunghi strapiombi verticali.

La sera, dopo un’intera giornata di scalata siamo nuovamente a Huaraz.

Oggi prepariamo le ultime provviste e ingaggiamo quattro portatori per aiutarci a portare il materiale fino al campo base. Il giorno seguente alle ore 8.00 l’autista e i portatori sono puntuali sotto il nostro “albergo”; dopo un viaggio di circa 4 ore su strade tortuose facciamo il nostro trionfale (si fa per dire) ingresso nel Vallone di Paron a bordo di una sgangherata furgoneta, che ci deposita all’inizio della spettacolare laguna Paron a 4100 metri, punto di partenza per raggiungere il campo base della montagna che ci siamo prefissati di scalare: l’Esfinge 5325 m.

Alla Laguna mangiamo qualcosa con i portatori, poi si parte “ora si che l’avventura ha inizio” penso tra me e me. Il sentiero, dopo un lungo traverso pianeggiante, si fa via via più ripido, la voglia di vedere la montagna è però il miglior anestetico al peso degli zaini e alla fatica della quota. Dopo un paio d’ore montiamo il campo base su un balcone naturale a 4500 metri di quota, questa sarà la nostra casa per una decina di giorni, davanti a noi l’Esfinge che, con i suoi quasi mille metri di parete, incombe sopra le nostre teste, sul fondovalle il Pisco e la Piramide, di fronte la severa parte sud degli Huandoy. E’ già metà pomeriggio, salutiamo gli amici portatori che rientrano a valle, ora siamo veramente soli. Il primo giorno lo dedichiamo a portare materiale sotto la parete, il terzo giorno tentiamo subito la prima via obbiettivo del viaggio Papas Rallenas, inizia Traky con decisione salendo i primi due tiri della via, è ora il mio turno, salgo in artificiale su questo tiro di A3, piazzo una lunga serie di peakers (chiodini simili a francobolli) alcuni clif e qualche nut. Sono circa a metà tiro, quando l’ultima protezione messa si toglie, chiudo gli occhi e aspetto l’impatto, senza neanche accorgermene, mi ritrovo su una spiovente 10 metri più in basso, con un po’ di paura e una piccola contusione che darà fastidio per il resto dei giorni. Dopo il piccolo incidente per questioni di tempo decidiamo di cambiare via, il giorno seguente alle 4.00 la sveglia ci fa alzare in piedi, fuori la temperatura è alcuni gradi sotto lo zero, in un paio d’ore siamo nuovamente sotto la parete determinati a salire la via dell’85’, 850 metri con difficoltà massime di 7a e 6b/A1 obbligatorio. La sera prima ha nevicato ma la poca neve accumulata sulle cengie non ci crea problemi, Traky attacca la via ad una velocità supersonica, mentre io e Ale arranchiamo sotto il peso dei pesanti zaini indispensabili però al bivacco, nel primo pomeriggio siamo alla cengia des flores, spesso utilizzata come zona per il bivacco, ma le ore di luce sono ancora molte e decidiamo quindi di proseguire, parto io, dopo aver affrontato un bellissimo diedro fessurato saliamo diversi tiri, per renderci poi conto solo all’imbrunire di esser fuori via, sopraffatti dalle tenebre tiriamo fuori i sacchi a pelo e ci prepariamo per il bivacco, mangiamo velocemente qualcosa, un ultimo scambio di battute e con la frase spontanea di Traky “che passione del cazzo” ci diamo la buona notte. Il posto non è proprio comodo, ma la stanchezza a un certo punto ha il soppravvento sulla scomodità e ci lasciamo cullare in un sonno intermittente ma riposante. Sappiamo tutti e tre il gran privilegio che ci stiamo concedendo: un bivacco a 5000 metri, sospesi sull'abisso è un'esperienza unica, vedere calare e sorgere il sole a quell'altezza è un’qualcosa di incredibile, direi quasi un'esperienza da consigliare. Il giorno seguente ripartiamo, decidiamo di non seguire più la relazione e di affidarci all’istinto, decisione saggia, mancano ancora molti tiri, l’arrampicata sopra i 5.000 metri è faticosissima e la paura di non farcela è sempre in agguato, tanto più che non siamo sicuri di essere sulla via giusta, qui non è come sulle nostre Alpi, non è come scalare una via al Bianco, qui non possiamo fare affidamento sull’elicottero come fonte di salvezza, il risultato dell’azione rimane incerto fino all’ultimo, tutto è da vivere e da giocare, qui l’avventura è ancora totale e le emozioni sono amplificate. L’arrampicata è bellissima anche se l’estetica del gesto l’abbiamo messa da parte qualche tiro più in basso, Traky mi da un breve cambio per riprendere energia soprattutto a livello mentale, riparto e dopo qualche difficoltà nel trovare il punto di uscita della parete trovo finalmente una serie di fessure che ci portano in alto, incastro la mano, sento la punta vicina, Traky ed Ale da sotto mi chiedono informazioni, continuo a scalare, siamo ormai vicini, anche la fatica sembra attenuarsi, è un piacere scalare quest’ultima fessura, le mani che con ritmo si incastrano , friend a protezione nei punti giusti, la fessura è finita, davanti a me l’intera Valle del Callejón de Huaylas, resto qualche minuto in silenzio, mi giro verso i mie compagni di avventura e grido a squarciagola “Cumbre”, un urlo di gioia esplode anche dal basso, recupero i miei due amici, ci siamo riusciti, ci abbracciamo, prendiam ora coscienza di aver realizzato davvero un sogno che inseguivamo da un anno. Da lì una breve cresta in discesa, le doppie la pietraia per il rientro e finalmente le tende, l’acqua ed il meritato riposo....possiamo finalmente fare i turisti.




mercoledì 3 agosto 2011

Falesia di Cadarese-Val Formazza


31/07/2011

In vista dell'imminente partenza per il Perù, e con il tempo incerto in quota, abbiamo deciso di fare un salto per tastare con mano il granito Osssolano. Una Falesia unica nel suo genere, ho fatto molte vie in Valle Orco, e devo dire che le fessure di Cadarese le eguagliano e in molti casi le superano quasi per bellezza. E' il luogo che più si avvicina alle falesie sparse qua e la per la Yosemite Valley in California, visitati i settori Crack Party, vie interamente da proteggere con vie a partire dal 6a, archi, fessure offwith, diedri e chi più ne ha più ne metta, per le quali bisogna avere un bell'assortimento di "amici", successivamente abbiamo scalato al settore centrale, qui pur avendo scalato esclusivamente Trad, le fessure sono spittate, e devo dire che è un peccato, incredibile la fessura di Crack a gogo, su quest'ultima non senza polemiche sono stati rimossi gli spit, ora la fessura si presenta "pulita" in tutta la sua bellezza e offre 30 metri di 6c+ ad incasto di mano interamente da proteggere. Amanti delle fessure e dell'arrampicata Trad se non l'avete ancora fatto andateci di corsa non ne resterete delusi anzi!!!!Go climb a rock!!!!

martedì 19 luglio 2011

Rocca Parei-Capelli Bianchi 100m 6c+(6b obb)


14/07/2011
Bella salita serale con Fabio su questa bella nuova via alla Rocca Parei. Prima libera della via dopo la chiodatura, i gradi proposti sono secondo me 6b 6c+ 6a+ 6c fantastici tutti i tiri con una varietà incredibile di stili, e di movimenti, fessure, aderenza, strabiombi.... chiodatura ottima!!!

lunedì 27 giugno 2011

Graue Wand-Conquest- 360m 7a+ (6b obb.)


26/06/2011

Secondo giorno in svizzera dopo aver passato la notte al Furkapass. La mattina dopo una “fantastica”colazione svizzera siamo pronti con tutta calma a metterci in marcia, obbiettivo della giornata il Graue Wand con la sua mitica Conquest un vero viaggio tra diedri e fessure fantastiche. Dopo un avvicinamento prima su pietraia e poi su nevaio di 1.30h la via attacca in un diedro caratteristico a forma mezza luna. Il primo tiro è un bastone esagerato dato di 6a ma che presenta un arrampicata difficile per la quale bisogna ricorrere a tutte le tecniche “granitiche”, da li un tiro più bello dell’altro con ciliegina sulla torta il tiro di 7a+ in fessura yosemitica, roccia che non ha nulla da invidiare ai satelliti del Bianco. La via è spitatta 3-4 spit per tiro risulta quindi indispensabile avere almeno una serie di friend doppi lo 0.5 e 1. Comoda discesa in corda doppia, al rientro i simpatici svizzeri ci danno l’arrivederci con una bella multa da 100 franchi sulla macchina

Salita in compagnia di Traky

Grimsel Eldorado-Motorhead-500m 6a+ (6a obb)


25/06/2011

Dopo un paio di telefonate in settimana per decidere dove andare, per approfittare del primo weekend “estivo” della stagione, si decide la meta: Svizzera. Saboto mattina in compagnia di Frenk attraversiamo il confine superando il passo del sempione, il cielo che fino a quel momento era stato limpido, diventa di colpo ovattato e in breve siamo avvolti dalle nebbie...ok siamo in Svizzera…non ci lasciamo scoraggiare obbiettivo della giornata è l’Eldorado…ovvero un un grande scudo di oltre 500 metri di granito con sfumature tra il rosso e il giallo che s'innalza alla fine del lago artificiale di Grimsel a partire dall’omonimo passo.
La parete si raggiunge percorrendo a piedi la riva del lago lasciando l'auto alla diga al Grimsel Hospiz, una costruzione a metà tra un lager e la prigione di Alkatraz, ma che in realtà è un albergo…gran parte degli itinerari che solcano la parete sono bellissimi, obbiettivo della giornata è Motorhead la classica della parete, una via che è un capolavoro, in cui l’arrampicata è puro piacere, chiaramente bisogna sempre stare all’occhio perche se sulle fessure è possibile integrare sulle placche se pur non difficili è meglio non scivolare. In breve raggiungiamo l’attacco, fin dai primi metri la via è superlativa, dopo 14 tiri in circa 4 ore dopo aver superato placche diedri fessure uno più bello dell’altro siamo in cima, la nebbia che non ci ha abbandonato per tutta la salita, ci regala ora anche qualche goccia di pioggia…ma ormai poco importa…altre due –tre ore e siamo alla macchina…e in breve in un ristorante svizzero-tibetano-indiano, il quale ci riserverà ben più sorprese che la via…ma questa è un’altra storia



giovedì 16 giugno 2011

Falesia di Ceuse -Hautes Alpes


11-12/06/2011
Per chi non conosce il posto, Ceuse è una Falesia, meglio dire una super Falesia a pochi Km da Gap...pur non essendo un accanito falesista devo dire che queste roccie, sono di una bellezza inaudita, una barra di calcare solidissimo, che va dal giallo al grigio al blu, con inclinazioni dal verticale allo strapiombante, con un infinità di buchi di tutte le dimensioni, dalla ciliegia all'anguria.
Per chi non ci è mai stato la falesia dista circa 3,30 ore da Torino, passando prima per il monginevro Briancon e Gap e da qui a Sygoier, piccolo paesino in mezzo al verde, dove sorge anche il campeggio alla base della falesia, economico, in mezzo al verde e gestito da una signora molto simpatica...a Sygoier rimarchevole la torte au fraboise, alla Boulangerie del paese,da sola vale il viaggio.
Per raggiungere la falesia si parcheggia al Col de Guerin, poco oltre il campeggio, da qui sono circa 50 minuti su un ripido sentiero prima in un bel bosco misto dopo per rara vegetazione e arbusti.
Raggiunta la base della falesia per comodo sentiero si raggiungono i vari settori distanti tra loro anche 20 minuti, tra tutti si consiglia la Cascade, bel settore mai troppo frequentato con vie strabiombanti dal 6c in su, Thorgal che offre un arrampicata molto anni 80' su muri grigi a buchi veramente eccezionali, Demi Lune, settore storico ormai un po' patinato su alcune vie e sempre iperfrequentato grazie anche alle molte vie facili, ed infine per chi è di un altro pianeta Biography strapiombo con piccoli buchi e vie estreme, nei giorni in cui siamo stati su mi è parso di vedere credo Gabriele Moroni che tentava appunto il 9a+ di Biography.
Alcuni tiri saliti e consigliati:

Sett. Cascade
Fletcher line 7b+ strapiombo di gran continuità con singolo duro di dita e lancietto
Les Sales Blagues 6c Strapiombo a buchi di continuità
Pony Boy 6c+ muro verticale di resistenza e singolo tecnico finale
La Ballade de la mer sale 6b+ bellissimo muro a buchi enormi di resistenza

Sett. Demi Lune
Lepiniere 7b Boulder verticale dopo strapiombo a buconi con singolo finale in lancio
Couiille de loup 6a+ Facile con bei passaggi su buchi
Tete d'ampoule 6b Bel muro vario

In genere tutte le vie sono comunque belle, occhi alla chiodatura in particolar modo i primi spit sono in alcuni casi motlo alti, la chiodatura è distante ma mai pericolosa e sempre sicurissima, per il resto, se riuscirete a non consumare tutta la pelle dalle dita e gli avambracci non vi saranno esplosi, vi consiglio di rimanere in falesia fino a tardi in quanto la luce è stupenda, inizia ad esserci pochissima gente e l'atmosfera diventa magica...ceuse non delude mai

lunedì 23 maggio 2011

Sergent - Fragilità Cerebrale - 270 m 6b A4


22/05/2011

Era anni che volevo fare Fragilità, ma poi per un motivo o per l'altro non mi sono mai deciso. L'occasione si è presentata in una domenica di fine maggio, armati di tutto punto ci siam presentati all'attacco della via, sfortunatamente impegni serali non ci hanno permesso di effettuare gli ultimi tiri e nostro malgrado siam dovuti scendere, la via è comunque scalabile tranquillamente in giornata, portandosi 2 serie di friend fino al 3 (eventualmente un 4), 1 serie di Alien o TCU, 2 Hook medi, e un paio di chiodi a lama cmq non indispensabili. Fin dove siamo arrivati (4 tiro) la scalata in totale arrampicata libera sembra fattibile, previa pulitura e attrezzatura preventiva. Primo tiro scalato in libera con alcuni riposi dal secondo di cordata (Traky), si ipotizza un 7a+/b, secondo tira in libera da secondo di cordata 6b+, il terzo tiro sembrana fattibile ma con difficoltà decisamente sostenute, e sarebbe necessario pulire la roccia. I due tiri di A3+ (primo e terzo) nella scala moderna non superano il c1+/c2.

Ancesieu - Due Sogni - 300 m 7a (6b+obb)


21/05/2011

Cavolo, cosa mi sono perso in questi anni, non ero mai risalito dal Combetto degli Embornei, al cospetto dell'Acensieu.
Per chi non lo conosce o non ci è mai stato l'Acensieu è una parete spettacolare, dove l'immenso Motto ( e credo di non esagerare) ha tracciato una serie di capolavori verticali.
Già arrivare all'attacco non è proprio una scampagnata, si risale "il combetto" un letto di torrente-ruscello con poca acqua tra balze erbose e placche scivolose. Due sogni è una delle ultime vie della parete, sono in complesso circa 12 tiri, si comincia con 2 tiri molto tecnici e obbligati, forse il primo è un po' sottogradato, seguono tiri in fessura memorabili, il quarto tiro è un fessurone ad incastro di mano, il quinto è un fessurino di difficile impostazione con un singolo impegnativo, segue un tetto fessurato yosemitico, dopo il quale segue una fessura, di 5c che nonostante il grado basso è forse il più bel tiro della via. Come materiale direi che è sufficente avere una serie di Camalot BD fino al 3, più un paio di Alien o TCU piccoli.
Unire i tiri come consigliato da qualcuno, la vedo difficile sopratutto per quanto riguarda i primi tiri, i primi due tiri se uniti sono infatti più di 60 m...
Tirando le somme, posto e roccia sono spettacolari, e lo stile di chiodatura stile Motto fa scuola, di sicuro ci ritornerò presto....

lunedì 16 maggio 2011

Alpherian-Via del Fratello - 260 m 6b (6a obb.)

15/05/2011

La via è molto bella, la chiodatura è ottima, se si ha dimestichezza con le fessure non è necessario integrare, e sono più che sufficenti i rinvii, alcuni tiri si possono unire.

Contrafforti del Pianard- Trapanetor-210 m 7a+(6b obb)


14/05/2011

Previsioni meteo incere...probabilità di prendersi un temporale pomeridiano 99%...andare in falesia assolutamente non se ne parla...molto meglio un ora abbondante di avvicinamento per vedere un posto nuovo...chiaramente la via non l'abbiamo finita, terminato il tiro di 7a, ne restavano ancora un paio più facili ma la pioggia ha deciso che dovevamo scenedere...quindi giù le doppie sotto l'acqua, temperatura frescolina, vestiti fradici e grandi risate...per il resto la via è stupenda, il posto altrettanto, il calcare super, memorabile il secondo tiro di 6c, un po' sporco ma molto bello il 7a+, non banale il primo di 6a+

martedì 26 aprile 2011

Arco- Colodri Rupe Secca-Totem e Tabù- 180 m 7a (6b obb)


25/04/2011

Non ero mai stato particolarmente attratto da Arco, e dalle sue rocce, ma dopo averla vissuta, nei giorni precedenti nelle sue falesie affollate (in realtà neanche troppo) e unte (questo si), e su una via lunga di una bellezza unica ed incredibilmente per nulla frequentata, mi devo ricredere sul fascino di questo paesone trentino, nel quale tutto ruota intorno all’arrampicata, la sera, in giro per il centro storico a fare shopping nei mille negozi di cianfrusaglie e giocattoli per l’ alpinismo , capita di sentirsi a disagio se non si è ancora vestiti di tutto punto per scalare con i pantaloni strappati e le mani che odorano ancora di roccia e magnesite.

E con questo entusiasmo frutto dei giorni precedenti, come ultimo giorno decidiamo di salire una via non troppo impegnativa, ma che regalerà belle soddisfazioni alla Rupe Secca, Totem e Tabù 7 lunghezze di corda, con difficoltà fino al 7a, farcite con alcuni 6c+ e tiri non banali di 6b scalate tutte pulite pulite a vista (se pur su gradi non marziani per me è una soddisfazione), per quanto riguarda lo stile la via è molto varia si alternano bellissime placche e bombè, che costringono ad una arrampicata attenta e delicata e mai scontata, per finire un bel tetto fessurato seguito da un facile ma bellissimo spigoletto proietta sulla “cima” proprio dietro il Castello di Arco, da qui veloce discesa “abusiva” a piedi scavalcando la recinzione spinata degli uliveti e raggiungendo la strada …anche questa parentesi arrampicatoria è passata, quel che resta son divertenti giornate di arrampicata con gli amici, e lo scenario unico “con i suoi pro e i suoi contro” di Arco…

Arco-Colodri-Sotto Vuoto-160 m 7b (6c obb.)


24/04/2011

Tutti i siti meteo su internet sembrano soffrire nel periodo pasquale di ansia da prestazione, un’ora danno bello l’ora dopo danno pioggia, cosa fare? In Verdon la meteo è pessima, Val di Mello, forse peggio, andiamo ad Arco, breve giro di telefonate, pronti via direzione Trentino. Sabato dedicato all’ambientazione con visita e scalata sui bei monotiri della Falesia di Massone, placche, strapiombi e tetti insomma troviam veramente di tutto…cercando “senza riuscirci” a non stancarci troppo in quanto domani ci aspetta “Sotto Vuoto” il cui nome è una promessa al Colodri. "Breve ma intensa": direi che è il miglior modo per descrivere questa via in 2 parole, se vogliamo aggiungercene una terza direi bellissima. La via percorre gli strapiombi occidentali del Colodri proprio di fronte al campeggio, una linea esteticamente eccezionale strapiombante dal primo all’ultimo metro.Propongo la via al socio, basta poco a convincerlo un solo sguardo alla linea ed è fatto.La via propone 5 tiri uno più bello e strapiombante dell’altro (sconsigliata a chi patisce l’esposizione) in cui si alternano tacche, fessure ad incastro, buchi ecc. esaltante il 3 tiro chiaramente in strapiombo con pinzate superlative su canne di grosse dimensioni. La salita si svolge bene, qualche resting qua e la (siamo ad inizio stagione è perdonabile) e in alcune ora con le braccia ormai a fuoco siamo in punta, da qui in poco meno di 30 minuti scendendo lungo la ferrata per il monte Codori, siamo al campeggio.



lunedì 18 aprile 2011

Valle Orco-Parte Acqua Chiara-Niente di nuovo sul fronte occidentale-140 m 6c (6a obb.)


16/04/2011

Dulfer, placche, diedri, fessure, ribaltamenti, il tutto da proteggere (o almeno quasi tutto) insomma una bellissima via mai eccessivamente impegnativa, il secondo tiro di 6c un tetto fessura prima da prendere in dulfer selvaggia poi incastrando è veramente "epico" un altro gioiello della Valle.

lunedì 11 aprile 2011

Valle Orco-Parete dei Falchi-Via del 5 maggio- 6c+ max



10/04/2011

...la seconda lunghezza supera una fessura ad incastro che può essere considerata una delle più belle della Valle.....portare 3 camalot numero 3....cosi la guida Valle Orco descrive questa via pochissimo ripetuta...difficoltà presunta 6b....decidiamo di andare a vedere....avvicinamento o meglio ravanaggio totale prima per comodo sentiero a destra della Piramide e poi bosco, saltini di roccia, rovi, pietre, camosci vivi e morti, scoiattoli, giardini sospesi...dopo quasi un ora e trentaminuti siamo sotto, già a vederla la fessura dal basso sembra ben più tosta di un 6b essendo tra le altre cose anche bella strapiombante, "probabilmente ci saranno incastri perfetti" così penso, il socio parte sul primo tiro un bel 6a delicato, mi preparo subito per il tiro "clou" della giornata, infilo i guantini ad incastro, fin da subito capisco che dei camalot 3 non me ne farò nulla, parto deciso! piazzo subito un numero 1, qui la fessura sale incastonata e molto strapiombante in un piccolo diedro che costringe a incasti difficili e faticosi, poco dopo piazzo un camalot numero 2, "cazzo" o sono fuori forma o il 6b è stretto fin dalla partenza proseguo cercando di alternare gli unici 2 camalot numero 2 che ho, alternandoli riesco a venirne a capo esausto 30 m di fessura regolarissima, veramente un gioiello...per le difficoltà... un bel 6c+ ci sta tutto...ma soprattutto ai ripetitori consiglio di portarsi dietro almeno 4 bd numero 2...da qui altro ravanaggio per la lunga discesa...ancora qualche tiro "per arrivare a casa stanchi il giusto" ai massi del caporal...la Valle non delude mai...

Falesia di Eppoy- Coazze-Chiodatura nuova via


09/04/2011

Pomeriggio dedicato all’apertura di un nuovo tiro alla falesia di Eppoy a Coazze. Il nuovo monotiro “Nanouk” presenta un arrampicata molto varia in diedro strapiombante sia tecnica che fisica di non facile interpretazione, dopo aver liberato il tiro anche insieme al socio, la difficoltà proposta è di 7a

Per chi non conosce la zona la falesia di Eppoy si trova in Val Sangone poco oltre Coazze ed è attualmente in fase rivalorizzazione, la falesia è costituita da un imponente masso di Gneis circondato da un bel bosco di faggi e castagni con vicino un piccolo torrente, lo stile come si diceva alterna passaggi fisici ad altri molto tecnici tipici di questa roccia sempre sul verticale o sullo strapiombante. Il periodo ideale per frequentare la falesia va da aprile a ottobre particolarmente indicata anche nelle calde serate estive.

Per maggiori info: http://www.valsangoneoutdoor.it/home/index.php che verrà a breve aggiornato con le recenti nuove vie chiodate e ll modifiche apportate.

sabato 2 aprile 2011

Rocciamelone parete sud-est 5.1 E3


02/04/2011


Il Rocciamelone...un piccolo sogno che si avvera...il Rocciamelone sempre presente mi accompagna al lavoro la mattina quando dalla stazione di Avigliana si fa ammirare in tutta la sua bellezza....il Rocciamelone visibile da quasi tutte le Valli del Torinese con il suo profilo inconfondibile...fin da quando ho iniziato a surfare mi son sempre chiesto se fosse fattibile scendere da questa montagna con la tavola o con gli sci, nel corso degli anni l'esperienza è cresciuta, così come la voglia di scendere da questa montagna con la tavola (sapendo poi che con lo snowboard nessuno era ancora sceso la motivazione è stata altissima). La sud est fa però la difficile, a volte troppo carica di neve, altre volte troppo magra, e poi gli orari, il tempo, la strada di accesso, il socio e mille altri problemi.

Ore 24.40 tututu tututu tututu.....Sveglia oltremodo drammatica...si parte....ore 3.00scarico la split dalla macchina quota di partenza 1600m azz. pensavo di salire più in alto ma un larice caduto blocca la strada...ore 3.30 un capriolo mi attraversa la strada....ore 5.00 Rifugio la Riposa....ore 6.30 metto i ramponi e carico la tavola nello zaino....ore 9.45 punta...dopo 2000 m di dislivello vedo la Madonna (in tutti i sensi)....ore 10.00 prima parte con poca neve metti 4 curve togli traversino...rimetti ,derapone con picche in mano e culo stretto canale al limite....i pendii si fanno più aperti ma aimè molto rovinati da una recente slavina, qualche roccia affiorante ma cercando le sezioni migliori si scende abbastanza sicuri....ore 10.20 la pendenza diminuisce e la neve è cotta a puntino, grandi curve in un ambiente suggestivo... ore 10.40 La Riposa, mi tolgo gli scarponi mangio una mela....stradina...ore 11.30 auto...casa...che giornata...

lunedì 21 marzo 2011

Falesia dell'Alta Tensione- Generator terror - 6c+


19/03/2011

Non sono solito a recensire le uscite in falesia, ma in questo caso si può fare uno strappo alla regola vista la bellezza delle linee presenti nella Falesia dell'Alta Tensione sopra Condove in Val di Susa. Già di per se vale visitare la falesia per vedere la perfezione geometrica di Geo, uno spigolo perfetto una linea netta, che divide il sole dall'ombra, la riuscita dalla non riuscita...almeno per i comuni mortali come me è anche difficile salirla col pensiore....ci ha provato Marzio Nardi a salirla ci è riuscito Gabriele Moroni...grado 8c a detta del salitore probabilmente stretto ma 8c.
Ma torniamo a noi, motivo della visita della falesia era Generator terror 30 estenuanti metri in una fessura aggettante sotto un tetto, che ad ogni movimento tenta di sputariti fuori, la via già salita in artificiale da Cordola è stata liberata e richiodata da Trombetta, che la grada 6c+, ripetendo la via credo che il grado proposto sia decisamente stretto sopprattutto se vogliamo raffrontarla ai gradi di riferimento in fessura della Valle Orco un bel 7a ci sta tutto...ma al di la dei gradi la falesia vale la visita anche solo per scalare questa piccola perla nascosta nei boschi della Valle Susa...ovviamente a chi piace il genere

mercoledì 9 marzo 2011

Photo Session Wend Pragelato e Rocca Rossa


05-06/03/2011

Due belle giornate sulla neve con gli amici, niente di difficile o di "estremo" ci siamo semplicemente impegnati a fare il pieno a riempire il nostro serbatoio interiore di neve farinosa di aria frizzante, di montagna e di forza centrifuga...siamo saliti e siamo scesi, abbiamo lasciato dei segni che il caldo avrà già dissolto, abbiamo scherzato e abbiamo riso.
Sabato a Pragelato grande freeride con interi pendii da tracciare al grido di "non si fanno prigionieri"...domenica restiamo in Valle per salire nel vallone dell'Indiritto verso Rocca Rossa ambiente fiabesco ed isolato e tanta tanta neve farinosa, giornata terminata nel migliore dei modi in baita con vista sui pendii tracciati, birra, pastasciutta e temperature estive...è difficile raccontare giornate così...bisogna esserci...enjoy





lunedì 28 febbraio 2011

Viso Mozzo-Canale dei Campanili sx 4.2 E2

27/02/2011

La Valle Po e la zona del monviso non deludono mai, salito e sceso questa volta in compagnia di Federico il Canale dei Campanili al Viso Mozzo, 300 metri di canale a Nord est circondati da torri e pinnacoli di roccia incredibili un ambiente veramente suggestivo, dal colletto eccezionale vista sulla est del Monviso e su tutte le marittime in lontananza...per quanto riguarda la salita nessuna traccia quindi gran ravanamento, sprofondando ad ogni passo oltre il ginocchio, il tutto però compensato da una magnifica discesa in neve polverosa e divertente...nuovamente grazie al Monviso per questa bella giornata sulle sue nevi

lunedì 14 febbraio 2011

Monviso Parete Nord-Coolidge inferiore 5.1 E2


13/02/2011

Viste le buone condizioni trovate ieri al Baracco perchè non tornare su Monviso? Presto fatto il giorno seguente, questa volta solo, dopo una sveglia non proprio "alpinistica", mi affretto a percorrere velocemente i pendii che portano sotto il conoide del mitico Coolidge, cerco di gustarmi l'ultimo sole prima di entrare nel mondo dell'ombra. Pronti via carico la tavola in spalle ed in breve mi porto quasi sotto la strettoia sotto il ghiacciaio pensile, giusto il tempo di far passare in discesa, per evitare neve e ghiaccio in testa, due skier che mi hanno preceduto nella salita...ancora qualche passo una strettoia abbastanza ripida e con neve un po' dura ed eccomi arrivato alla meta...la voglia di proseguire oltre sarebbe tanta, ma senza una corda e a quell'ora non ha senso, per ora accontentiamoci della parte inferiore del Collidge. Sfrutto la piazzola allestita dai due skier e calzo la tavola, pronti via, come sempre mi capita la prima curva è sempre la più difficile ed emozionante, un primo tratto a 45 gradi a seguire un tratto più stretto a 50 ma la neve pur non essendo farinosa come il giorno prima, è comunque una ottima farina compressa e ad ogni salto la lamina della tavola morde saldamente il pendio, superato questo tratto le pendenze si assestano niovamente sui 45 il canale si allarga e le curve diventano più fluide, condotte e veloci...che ambiente ed ecco il conoide il passaggio dall'ombra alla luce...mi giro ancora una volta a guardare il re di pietra e poi giù verso valle tutto d'un fiato...

Punta Baracco-Canale Nord-est 4.3 E2


12/02/2011

Anche oggi il Monviso non tradisce le nostre aspettative, parto di buon ora in compagnia di Cedro dal Pian della Regina, per affrontare i 1450 metri che ci separano dalla punta del Canale del Baracco obbiettivo della giornata. E' sempre uno spettacolo vedere il Monviso che si accende con le prime luci del giorno. In breve giungiamo alla base della est del Viso e da li ci buttiamo dentro il conoide del canale delimitato a destra dalla cresta est del Monviso. La neve già in salita lascia sperare bene, neve farinosa ed abbondante, due sciatori ci precedono e ci agevolano la salita battendo interamente il canale. L'ambiente è veramente suggestivo, direi "gotico siamo circondati da pinnacoli sospesi e alte parteti di roccia, giunti al colletto, siamo abbagliati dalla partete sud del monviso visibile da qui in tutta la sua maestosità, e la fantasia vola su future discese. Lasciamo scendere i simpatici amici conosciuti lungo la salita e ci apprestiamo anche noi a "surfare" il canale, dopo le prime curve come sempre un po' titubanti su queste pendenze ci rendiamo subito conto della qualità della neveeccezionale e nonostante i 45° ci possiamo lasciare andare in veloci curve condotte in mezzo alla farina. E non è finita la discesa prosegue ancora sui bei bendii esposti a nord sempre con farina 00 che ci portano al pian della Regina...una giornata veramente eccezionale bel canale bella neve bella compagnia...e buoni propositi per il giorno successivo...

giovedì 27 gennaio 2011

Conca del Pra- Partia d'Amount 280 m 4/II


23/01/2011

Bella salita sabato in compagnia di Frenk, avvicinamento abbastanza lungo, quel che basta a tener lontane orde di cascatisti, e permetterci di salire questa bella cascata al sole in completa solitudine.
La cascata è molto bella soprattutto nei primi tre tiri, ad un primo bel tiro molto continuo su un ampio muro, segue l'eccezionale colonna del secondo tiro con una lunga sezione a 90°, da li il terzo tiro con un risaltino ancora interessante oltre le difficoltà della cascata scemano progressivamente.